Joytinat / Yoga / Prana e Coscienza nello Shanti Yoga
Prana e Coscienza nello Shanti Yoga
Le due facce della luna
Nella nostra esperienza yogica abbiamo bisogno di seguire diverse pratiche per superare l’idea di giusto e di sbagliato. Più in generale “giusto” e “sbagliato” sono i due “avvocati” che intervengono nella nostra vita di tutti giorni; infatti, tutta la conoscenza umana si basa su questi due principi opposti, due potenti forze che hanno un ruolo decisivo nella nostra personalità. Generalmente assumiamo che questi due principi siano concetti intellettuali originati dai condizionamenti mentali attraverso le influenze della società, della cultura, della famiglia e delle nostre stesse idee nel corso della vita. Secondo lo Yoga questo è l’aspetto di dualità che deve essere superato quando una persona consegue una profonda realizzazione spirituale; col tempo noi diventiamo consapevoli di questo aspetto nella nostra pratica yogica personale. Ad esempio, durante le pratiche meditative, possiamo fare esperienza di stati mentali molto positivi, molto creativi, che persino sfiorano la dimensione trascendentale; in questi stati possiamo fare esperienza dell’identificazione col nostro sé interiore. Nello Yoga esistono due principali tradizioni scritturali: la tradizione vedantica e quella tantrica, entrambe definite darshan, “filosofia esperienziale”:
il Vedanta (la fine della conoscenza percettibile) evidenzia il fiorire della natura umana universale, che nella vita quotidiana è limitata e confinata al nostro sé inferiore. La natura umana universale è espressione delle qualità divine, che alzano la nostra mente sopra la dualità e permettono di sperimentare l’unità tra la coscienza individuale e quella suprema;
il Tantra (tan, “l’essere”, trayate, “proteggere”) è osservazione, riconoscimento ed accettazione del nostro stile di vita, della nostra natura, dei nostri modelli di comportamento e di condizionamento mentale. La pratica tantrica crea un sistema di disciplina interiore che è in grado di aumentare il livello di coscienza senza provocare insicurezze, paure o conflitti mentali; quest’ultima è la darshan più vicina al nostro stile di vita d’oggi. Lo scopo delle pratiche yogiche di derivazione vedantica è quello di sensibilizzare il praticante verso stadi di consapevolezza più elevati in modo da fare esperienza della natura manifesta e trascendentale della coscienza; le meditazioni del Laya Yoga, i mantra del Bhakti Yoga ed il sentiero ad otto passi del Raja Yoga portano verso il conseguimento di questo obbiettivo.