Lo Yoga della primavera

Fiori ciliegio boccioli

Nella pratica Yoga, che sia individuale o di gruppo, a volte è utile seguire un tema. Si tratta di individuare un’intenzione che muova la pratica e che la arricchisca di significati simbolici: un’attività di visualizzazione che permette di unire il lavoro corporeo a più ampie riflessioni sul valore di determinati principi che legano l’esperienza somatica alla contemplazione.

Primavera e rinascita

Prendendo il via dall’equinozio di primavera e dall’ideale rinascita della natura che questo periodo dell’anno evoca in ciascuno di noi, proviamo quindi a sviluppare nell’arco di quattro settimane la filogenesi delle piante che dal seme custodito nella terra germogliano e crescono fino a generare fiori e frutti maturi.

Richiamarsi alla natura è un approccio spesso presente nello Yoga: pensiamo infatti a come vengono utilizzati i nomi di animali e piante per dare forma ad immagini ed esperienze precise.

Riviviamo le esperienze naturali nella pratica

Immaginarsi dentro un corpo umano che rivive ed evoca le esperienze naturali rinvia visivamente e percettivamente a sensazioni importanti per progredire più agevolmente nel percorso dello Yoga.

Facciamo alcuni esempi:

  • Il seme e la terra ci aiuta ad associare l’idea del radicamento, del trovare la motivazione, la centratura e la spinta verso l’alto.
  • La ramificazione e la verticalità ci permettono di riscoprirci bipedi solidi come alberi per ridurre i punti di appoggio e lavorare sulla colonna vertebrale e la postura in piedi
  • La relazione con l’ambiente esterno ci rende attenti ad un soffio di vento, alla gravità, al tempo e allo spazio; pensiamo alla risposta dell’albero agli agenti esterni, all’albero che è fermo ma si muove dentro e fuori
  • Fiori e frutti che tornano alla terra rappresentano la fine di un ciclo, il peso che spinge verso il basso, le inversioni, il cuore sopra la testa, la passività.

Om Shanti Shanti Shanti

Approfondimento eleborato e scritto da

Sara Todeschini

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